Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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Israele e la guerra in Iraq

Interessantissimi sono la dichiarazione che segue del Patriarca Cattolico Mons. Shlemon Warduni e l'ottimo articolo dell'ebreo cattolico Israel Shamir: dànno tanto da meditare e tanto da tradurre in reali propositi di intelligente azione, ma con l'aiuto di Nostro Signore Gesù Cristo.
Che alle nostre tante colpe non si aggiunga anche quella della non riflessione e della colpevole inazione.
Si vis pacem, para bellum...

       Doc. 1 - Dichiarazione di Mons. Shlemon Warduni, Patriarca cattolico caldeo di Baghdad, il 6 settembre 2004 a Milano:

       «I nostri bambini gridano, i nostri giovani, le nostre giovani gridano, i nostri vecchi, i nostri malati gridano. Basta! Basta con la guerra. Siamo stanchi della guerra. Da più di cinquant'anni la guerra.
       E poi chiediamoci: perché la guerra?
       Non c'è nessuna ragione.

       Non c'è per noi, se non l'interesse del petrolio e forse di Israele».

Da La Stampa del 7 settembre 2004

 

 

 

 

 

 


Doc. 2 - Discorso tenuto da Israel Shamir (ebreo convertito al Cristianesimo) a Madrid per la presentazione del libro La verde pioggia di Yassouf:

       Sono venuto da Gerusalemme apparentemente per lanciare la traduzione spagnola del mio libro, ma in realtà per congratularmi con voi e benedirvi per la vostra decisione di ritirare i vostri militari dal lato sbagliato di quella che viene chiamata guerra in Iraq ma che è, in realtà, la battaglia per la Palestina.
       Quando scrissi ciò in una serie di articoli presentati in questo libro, circa un anno fa, si trattava di un'opinione "bizzarra", condivisa da pochi elementi selezionati, mentre la maggioranza era satura di storie sulla guerra per la liberazione dell'Iraq, la guerra al terrorismo, la guerra per fermare la produzione delle ADM di Saddam, la guerra per il petrolio.
Dopo un anno, tutte queste spiegazioni sono svanite come fumo nella notte. Nel devastato Iraq non sono state trovate ADM, i prigionieri torturati ad Abu Ghraib e Guantanamo non hanno rivelato alcuna connessione ad al-Qaida, la liberazione ha rivelato il suo volto di brutale regime d'occupazione ed il petrolio —dai 20 dollari al barile all'inizio della guerra— costa oggi 40 dollari al barile.
       Le compagnie petrolifere accusate di aver spinto verso la guerra stanno scappando dall'Iraq, ed i livelli di produzione del greggio sono molto al di sotto dei livelli precedenti la guerra. Il 29 aprile 2004, il Guardian ha riportato che la BP ha deciso di lasciare l'Iraq, asserendo che la compagnia petrolifera non ha alcun futuro lì.
       Resta esattamente una sola ragione per la guerra, quella che noi abbiamo sottolineato un anno fa. Talvolta viene chiamata "la guerra per Israele", ma questa definizione manca l'obiettivo:
       lo stato d'Israele non ha bisogno di questa guerra per la sua sicurezza;
       gli israeliani non hanno bisogno di questa guerra per il loro benessere.
       Essi possono vivere da uguali in Palestina ed altrove; ma vogliono dominare l'acqua, la terra e le anime altrui.
       Per questa ragione uccidono i figli e distruggono le case dei palestinesi a Gaza e degli iracheni a Falluja.
       Questa è una guerra per la supremazia ebraica lanciata dagli adepti USA di quel concetto, contro il principio dell'uguaglianza tra tutti gli abitanti della Terra Santa.
       In tale guerra, la Spagna non ha alcuna ragione di stare a fianco delle forze della supremazia ebraica, di fornire una copertura alla distruzione di massa della Palestina ed alle torture di massa di Guantanamo.
       La Spagna non ha alcun motivo di combattere per il razzismo sionista, poiché il vostro Paese ha un glorioso retaggio anti-razzista, spesso distorto nella moderna narrativa sionista che domina il discorso anglo-americano.
       Siete difatti biasimati per la cosiddetta Espulsione del 1492.        Eppure la maggioranza degli ebrei esiliati ritornarono, rinunciarono alla loro razzista tradizione di superiorità, accettarono di dividere il pane ed il vino con gli altri spagnoli —e questo è il significato dell'Eucaristia— e divennero onorevoli cittadini di Spagna. Santa Teresa d'Avila e San Juan de la Cruz sono fulgidi esempi della loro gloria.
       Invece, l'Inghilterra sotto Cromwell accettò gli ebrei esiliati e, per questa azione, ricevette fama e gloria da parte dei Maestri del Discorso.
       Si tacque, così, dell'esclusione dei cittadini non nobili, dei massacri di contadini irlandesi e scozzesi e del terrificante genocidio dei nativi d'America nelle colonie: i regimi che sono "buoni per i sionisti", raramente sono buoni anche per gli altri.
       Gli stessi Maestri del Discorso vilipendono la Spagna per il suo trattamento dei Nativi d'America.
       Ma, infine, gli spagnoli sposarono i nativi e diedero forma alle moderne nazioni dell'America Latina, mentre i colonialisti nord-americani uccisero quasi tutti i nativi e trasferirono in riserve i superstiti.
       Vilipendono la Spagna per l'Inquisizione, dimenticando che, nei Paesi protestanti, migliaia di donne vennero messe al rogo come streghe, qualcosa che non avvenne in un paese —come il vostro— che venera la Madre di Cristo.
       Invero, è un errore credere che la teologia sia l'irrilevante occupazione di inutili chierici, mentre contano solo i possedimenti materiali. La teologia è il fondamento su cui è costruita una società. Senza fondamenta, la costruzione crollerà al primo soffio impetuoso di vento, per non parlare di un terremoto.
       Questa fu la ragione del collasso sovietico: un comunismo quasi religioso non aveva un forte fondamento teologico, e dunque non sopravvisse.
       Negli Stati Uniti "neo-ebraici", il paradigma giudaico ha preso il sopravvento sulla Cristianità apostolica, e, con esso, il Nuovo Ordine Mondiale costituito da una classe media che tende a scomparire, da un vasto apparato di sicurezza, da un crescente divario sociale e dall'impoverimento dello spirito.
       Non e' la prima volta che tale paradigma assurge agli onori della ribalta mondiale; ma tali società sono inevitabilmente destinate a scomparire, perché manca loro un'ampia base sociale. Ora, i suoi adepti hanno deciso di assicurarne la sopravvivenza esportandola in tutto il mondo; ecco la ragione delle guerre e dell'espansionismo, dal momento che i loro disegni non potrebbero mai sopravvivere su scala più piccola.
       In ogni luogo, essi supportano leaders che accettino la loro teologia ed ideologia.
       Tali leaders possono appartenere alla destra, come Aznar, o alla sinistra, come Tony Blair, ma, inevitabilmente, supportano l'idea giudaica della superiorità e sono pronti a mandare i loro uomini a combattere in terre lontane per essa.
       Essi possono essere buoni per i sionisti, ma sono cattivi per gli altri.
       Invero, oggi la lotta tra destra e sinistra è divenuta obsoleta di fronte alla nuova dicotomia, e qui, in questa stanza, vedo gente i cui padri hanno combattuto ad Hueska e Tarragona nella guerra del 1936-39. Mio zio combatté nella Brigata Internazionale per la Repubblica e probabilmente i vostri padri combatterono a fianco di Franco, ma ora noi siamo qui, uniti nello spirito, nelle tradizioni e per l'uguaglianza contro i sostenitori della supremazia che non ha radici né spirito.
       Il tragico e distruttivo confronto tra destra e sinistra raggiunse il suo picco massimo durante la vostra Guerra Civile e nella Seconda Guerra Mondiale, dove due grandi movimenti anti-borghesi, "i discepoli della destra e sinistra di Hegel" versarono il loro sangue ad majorem US gloriam, per la gloria degli Stati Uniti neo-giudaici, i vincitori ultimi della guerra.
       Arrivai a questa conclusione in Russia, nel 1990, quando i neo-liberali filo-americani chiamarono i veterani di Stalingrado, i patrioti russi "rosso-neri", asserendo che non vi è differenza tra comunismo e nazional-socialismo.
       Oggi abbiamo delle pseudo-destre e delle pseudo-sinistre, poiché non vi è differenza alcuna tra Thatcher e Blair, tra Bush e Kerry - entrambi supportano Israele nella sua lotta per la supremazia.
       In Spagna e Francia, i giornali di destra e sinistra si sono uniti nel biasimare il film di Mel Gibson, "La passione di Cristo" come "offensivo per gli ebrei". Dunque, al posto della destra e della sinistra, abbiamo oggi una nuova dicotomia, una nuova divisione basata sull'attitudine verso la supremazia sionista.
       Oggi, gli USA combattono contro i musulmani per Israele, ma Huntington, il teorico di questa guerra, già chiede di "contenere" gli ispanici statunitensi, perché non sufficientemente devoti alla causa sionista.
       Potete misurare lo spessore morale dei vostri leaders dall'attitudine mostrata verso le sofferenze dei contadini palestinesi. Se essi preferiscono fraternizzare con Sharon, saranno inevitabilmente disastrosi anche per voi. Essi cercheranno solo, così come ha fatto Aznar, di farvi accettare le ragioni della guerra.
       Può esserci una sola soluzione che possa portare pace in Terra Santa ed in tutto il mondo
       • quella che garantisce totale uguaglianza tra ebrei e non ebrei nell'intera Palestina,
       • che chiede la de-costruzione dello stato ebraico supremazista e la sua conversione in una vera democrazia per tutti.
       Ciò fu auspicato dal defunto Edward Said ed ora da Mustafa Barghuthi, il più popolare leader palestinese.
       Sempre più israeliani giungono alla conclusione che non vi è altro modo di fermare i bulldozer.

Da www.arabcomint.com

   
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